Gonartosi: cura e consigli

COME SI CURA O COME SI COMBATTE

Nell’articolo precedente abbiamo cercato di spiegare come l’artrosi sia il frutto della combinazione di una degenerazione articolare (consumo dell’ingranaggio- problema meccanico) associata ad un’infiammazione locale (stimolo irritativo dei detriti articolari). Così come abbiamo anticipato quali siano i fattori di rischio per sviluppare una gonartrosi: sovrappeso, carichi eccessivi, attività sportiva con traumi articolari, pregressi infortuni, pregressi interventi chirurgici. Cerchiamo ora di capire quali siano le terapie per questo tipo di problema.

Fatta questa premessa sarà più facile comprendere anche le scelte terapeutiche.

La gonartrosi ha manifestazioni differenti durante il suo decorso. E’ noto tra i professionisti come quadri radiografici simili possano avere sintomi differenti. Primo passo importante, quindi, per poter curare al meglio la tua artosi è affidarti ad un medico in grado di valutare al meglio quali siano le terapie più adeguate per risolvere il tuo problema.

Il primo step è correggere i fattori di rischio:
– Perdere peso. Meglio se seguiti da un professionista che curi al meglio la tua alimentazione
– Ridurre o meglio gestire le attività sportive. La cura non è il riposo, anzi, un attività fisica corretta migliora i sintomi dell’artrosi.
Vanno evitati gli sport che creano stress sulle superfici articolari, come la corsa o la camminata. Vanno preferite nuoto e bicicletta, dove il ginocchio non riceve il peso del corpo. Va potenziata la muscolatura per scaricare lungo la gamba il peso del corpo e supportare meglio il ginocchio. Esistono esercizi mirati che evitano di sovraccaricare il ginocchio.

 

Conoscere la storia di ogni ginocchio è fondamentale:
– Hai svolto attività sportiva per lungo tempo? Praticare sport a espone le articolazioni a traumi o micro traumi che possono farsi sentire più in là nel tempo, quando l’attività fisica cala.
– Hai subito infortuni al ginocchio? Alcuni tipi di infortunio, nonostante la presenza di danni articolari o se non curati al meglio, possono inizialmente permettere di tornare a fare sport, ma col tempo accelerano i processi artrosici, rovinano l’articolazione.
– Hai subito interventi chirurgici? La chirurgia del ginocchio è molto migliorata in termini di invasività negli ultimi decenni, ma in passato sottoporsi ad un intervento poteva significare sviluppare quasi certamente un’artrosi in età medio-avanzata

Chi non corregge i fattori di rischio o chi ha una storia di chirurgia e infortuni risponderà più difficilmente alle terapie. Perché, o continua, nonostante le cure, a sovraccaricare il suo ginocchio (sovrappeso, attività pesanti); o perché ha un problema anatomico (perdita di cartilagine, perdita del menisco, lesioni legamentose), che non è semplice correggere.

La terapia antiinfiammatoria per bocca ha, nelle fasi iniziali e durante le riacutizzazioni, un buon effetto sulla maggior parte della popolazione. Elimina solo la componente infiammatoria dell’artrosi, non il problema meccanico, non l’usura dell’articolazione. Purtroppo le terapie orali si possono difficilmente prolungare nel tempo, possono essere poco tollerate a lungo termine. Vanno utilizzate con cura in cui è già in terapie con altri farmaci. Esistono numerosi integratori. Le uniche molecole che si sono dimostrate in grado di attenuare il dolore nell’artrosi sono glucossamina e condroitinsolfato. Riducono di poco il dolore, non migliorano le condizioni articolari e vanno somministrate per lunghi periodi.

La fisioterapia è un utilissimo strumento per tutto il decorso dell’artrosi. Sin dalle prime manifestazioni, fino agli stadi più avanzati. Ha un duplice effetto: riduce l’infiammazione e migliora le condizioni dell’articolazione. Il fisioterapista abbina spesso l’utilizzo di terapie fisiche (laser, ultrasuoni, tecar) a terapie manuali e potenziamento muscolare. Dopo le sedute è possibile ottenere un benessere più o meno duratur0, anche in base alle condizioni di partenza.

Le infiltrazioni intrarticolari (vedi approfondimento) anche come obiettivo la riduzione del dolore e il miglioramento del movimento. Abbiamo a disposizione diversi prodotti, appartenenti a due grosse categorie: i cortisonici, derivati dal cortisone, potente antinfiammatorio; gli acidi ialuronici, costituente del normale liquido articolare. Sono entrambi utili, ma la terapia cortisonica non va prolungata, è più rischiosa e ha un effetto più limitato nel tempo. Gli acidi ialuronici spesso risolvono il problema del dolore per diversi mesi, ma il loro effetto è molto soggettivo, molto dipende soprattutto dalla gravità della situazione. Non esiste, infatti acido ialuronico, in grado di correggere un danno articolare avanzato.
I fattori piastrinici stanno da diversi anni occupando sempre più spazio nella terapia dell’artrosi. (vedi approfondimento prp). Questo ovviamente grazie ai risultati soddisfacenti che emergono dal loro utilizzo. Sarà più facile capire cosa sono dall’approfondimento dedicato. Rappresentano un validissimo supporto perché uniscono ad un forte effetto anti infiammatorio, la capacità di rallentare la degenerazione articolare, posticipando quindi i trattamenti più invasivi.

Le cellule staminali, o meglio, le cellule staminali mesenchimali, sono un bagaglio di cellule presente nel nostro organismo, nel midollo osseo e in parte nel tessuto adiposo addominale, che conservano la capacità di potersi sviluppare in cellule mature di diversi tessuti. E’ possibile selezionarle dal tessuto adiposo, con una liposuzione, iniettarle nel ginocchio, per favorire una rigenerazione tissutale.

Come già abbiamo anticipato, la soluzione definitiva nel trattamento della gonartrosi è la sostituzione dell’articolazione (protesi totale di ginocchio)o di una parte dell’articolazione danneggiata (protesi mono compartimentale). Capire e decidere quando sia il momento adeguato per eseguire un intervento di chirurgia protesica è compito del chirurgo ortopedico e necessita di diverse valutazioni, specifiche per ogni singolo caso. Fondamentale da questo punto di vista, affidarsi ad un istituto che possa occuparsi di questa patologia a 360°, con una casistica di almeno qualche centinaia di interventi per anno.

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